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Albe, giorni e altri bagliori
Un cantautore di provincia ripercorre la sua vita partendo da delicati capitoli del passato che credeva sepolti per sempre\r\n\r\nC'era una volta Nicola, un pastore.\r\nIl cantare, ad esempio, nessuno me lo hai mai insegnato. O almeno volontariamente. Il mio unico maestro è stato un Nicola inconsapevole. Il vento, amico fidato che trova sempre spazio nelle mie canzoni, mi portava la voce del pastore ovunque andassi. Lui, sardo e fiero, passava le giornate nei campi con le sue pecore e, per ammazzare il tempo o semplicemente per diletto, cantava continuamente. Canzoni della sua terra, canti popolari, canzoni emiliane, persino. Chissà chi aveva insegnato a Nicola tutte quelle canzoni…\r\nIo, preso dai miei affari, a rincorrere lucertole, a far rotolare tronchi sul fosso per creare un ponte, lo sentivo sempre cantare. La sua voce era bellissima, la valle aggiungeva il giusto riverbero e qualche belato faceva da coro. E cantava Nicola, e io con lui. Imparai via via le sue\r\ncanzoni, cercando di imitarlo. Non so se lui abbia mai sentito la mia voce come io sentivo la sua. Probabilmente ne sarebbe stato contento. Nella realtà dei fatti, poi, ci siamo incontrati poche volte. Amava stare solo a fare il suo lavoro, così come io amavo stare solo a fare il mio.\r\nVivere l'infanzia è un lavoro a tempo pieno: mi fa strano, infatti, pensare oggi ai tanti bambini presi dai loro part-time. Sottraggono troppo tempo al lavoro vero della loro infanzia, che è semplicemente giocare, rotolarsi per terra, fare i compiti, certo. Quelli persino io li facevo sempre. I miei genitori, in realtà, erano molto attenti al mio andamento scolastico, potrei dire che ci tenevano. Facevano molti sacrifici, che ho imparato a capire sin da subito e che per tutta la vita ho cercato di ripetere anche io.\r\nL'attitudine...
Memorie da due mondi. Storia di Stelita, tra dittature sudamericane e libertà
La vita straordinaria di una donna nata in Cile e vissuta nell'Italia fascista, sfuggita, per un funambolico equilibrio della fortuna, ai massacri della dittatura argentina. “La storia personale della protagonista di questo libro è un chiaro riflesso del fatto che il lavoro per la Memoria, la Verità e la Giustizia non conosce frontiere”. - Estela de Carlotto\r\n“La vita di Stelita è stata avventurosa, intrigante, ricca di episodi e avvenimenti. Ma con tanta sofferenza e resistenza, per vicende storiche, politiche e personali di cui è stata protagonista”. - Riccardo Noury\r\n“Di Stelita si apprezzava il calore e la cordialità della comunicazione; il garbo, finezza e gentilezza di un'antica educazione; la vivacità e apertura intellettuali; l'impegno politico e umanitario; la profondità spirituale”. - Maria Cristina Bartolomei\r\nNarrata come il lascito di memoria di una formidabile novantenne, la biografia ripercorre la nascita di Stelita a Valparaíso, in Cile, l'infanzia nell'Italia del regime tra un collegio di suore e l'altro, l'università a Urbino durante la guerra, il matrimonio in Inghilterra con un soldato polacco, l'approdo nell'Argentina peronista degli anni Cinquanta. Un percorso itinerante che sembra fermarsi nella grande Buenos Aires, ma che sarà squarciato dalla repressione del regime militare. La persecuzione dei sacerdoti terzomondisti e la scomparsa di amici e persone a lei molto vicini la portano a tentare allo stremo una fuga che si rivelerà tanto surreale quanto salvifica, verso, per ironia della sorte, il Cile del dittatore Augusto Pinochet...
EUR 11.25
Tempesta
La potenza del corpo e della parola. La potenza dell'evocazione. La potenza della guerra e della pace. Dell'amore e dell'oblio, in un libro dalle emozioni forti, con un apparato fotografico firmato da Mario Boccia. "A tutto c'è, dovrebbe esserci, una spiegazione. Riflettevo sulla grandezza di questo mondo, sulla moltitudine e le diversità che possono arricchire una persona. Eppure ci si dimentica spesso della delicatezza delle mani sulla pelle, tra i capelli. Spesso non ci è permesso neanche di ricordare chi siamo, da dove veniamo. Anzi, spesso capita che, con orrore, ci impongano di cancellare questi ricordi. Io invece vorrei lasciarmi travolgere dalla Tempesta mentre le vado incontro...". (Salih Selimovic)
EUR 9.50
Iran, 1979. La rivoluzione, la Repubblica islamica, la guerra con l'Iraq
Ripercorrerne le origini, anche attraverso le testimonianze dirette di chi l'ha vissuta, è un esercizio fondamentale. La rivoluzione, come diceva Mao Tse Tung, non è un pranzo di gala. Nemmeno quarant'anni dopo.\r\n\r\n\r\n\r\n«Ho letto queste pagine con lo stesso ritmo frenetico con il quale sono accaduti i fatti raccontati con passione e precisione da Sacchetti, impressionata, ancora una volta, dalla violenza che sconvolse l'Iran di quegli anni, dal caos e dal terrore come uniche leggi, ma anche dalle tante e complesse ragioni storiche che portarono allo sconvolgimento di quell'area geografica, la cui onda lunga lambisce e condanna ancora oggi tanti Paesi a scenari di guerra e di morte». - Chiara Mezzalama\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLa storia dell'Iran non comincia certo nel 1979, ma la rivoluzione, con il suo prezzo altissimo di sangue e di verità, con le lacerazioni insanabili e con le ferite solo in parte ricomposte, è ormai una parte fondamentale, imprescindibile della storia e dell'identità del Paese. Non può e non deve essere assolutamente considerata una “parentesi storica” (come Benedetto Croce definisce il fascismo per l'Italia), o un “incidente di percorso” lungo la strada che porterà forse un giorno a una democrazia liberale di stampo occidentale. \r\nLa rivoluzione, oltre a segnare la storia dell'Iran e di tutto il Medio Oriente, ha toccato la vita di milioni di iraniani: ha diviso e lacerato famiglie, distrutto vite e carriere, dato speranze illusorie e liberato energie insospettabili, affossato e realizzato sogni, segnando profondamente l'esistenza sia di chi quegli eventi storici li ha vissuti sia di chi è nato dopo e ne ha toccato con mano e ne subisce tuttora le conseguenze.
EUR 13.30
Fuga dall'Egitto. Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe
Un'inchiesta all'interno della nuova diaspora egiziana, composta dagli esuli di ultimissima generazione. Giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani scappati dal loro Paese quando, dopo íl golpe dell'estate del 2013, i militari sono tornati al potere. \r\n«Azzurra Meringolo con questa panoramica umana sugli esuli da un Paese governato da una dittatura ci sollecita a non lasciare nel dimenticatoio donne, uomini e processi che non abbandonano il campo a seguito di una sconfitta, ma la metabolizzano e riprendono il cammino con altre modalità, ma con lo stesso orizzonte ideale» - Moni Ovadia\r\n«L'Egitto è considerato da molti Paesi occidentali un partner chiave nella lotta al terrorismo a livello regionale e questa è la giustificazione usata per rifornirlo di armi, software di sorveglianza e altro materiale, nonostante le prove che dimostrano il loro utilizzo per commettere gravi violazioni dei diritti umani» - Riccardo Noury\r\n\r\nUn viaggio che parte da New York e Washington, tocca la Silicon Valley, Londra, Berlino, Doha, Istanbul e arriva quasi al Polo Nord. I nuovi esuli egiziani sono arrivati fin qui per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero - ad esempio - dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l'esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche. Dalla diaspora raccontano il viaggio con il quale è iniziato il loro esilio, spesso una fuga improvvisa che li ha resi parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria nella storia dell'Egitto contemporaneo. E tra gli esuli che sognano di tornare in patria nasce anche una nuova intellighenzia, che lavora per quando in Egitto tornerà la libertà.
EUR 14.25
Maggiori...
Liberi dentro. Cambiare è possibile, anche in carcere
Più di venticinque anni trascorsi in carcere, per libera scelta, per incontrare le persone detenute in qualità di volontario della Comunità di Sant'Egidio. In prigione, per eccellenza luogo di emarginazione, la visita rompe l'isolamento e questo è un grande dono. Chi è detenuto, anche chi ha commesso gravi reati, non vuole che la sua vita si esaurisca con íl suo reato, ma chiede di essere ascoltato. In questo libro vengono descritte con profondità le giornate nelle carceri italiane, si smontano luoghi comuni, ci si imbatte in tante piccole e grandi contraddizioni, ci si appassiona a vicende che paiono quasi incredibili. La vita, le difficoltà, le speranze, la violenza, le delusioni, la rabbia, la gioia che queste vicende esprimono, mostrano quanta umanità sia racchiusa dietro gli spessi muri di una prigione. "Il carcere è uno specchio. Racconta come siamo. È un sensore di civiltà. È un microcosmo, deformato, della nostra vita. Tutto è terribilmente umano, ma anche estremo. Come íl rumore, assordante, permanente. Il contrario di quello che chi non vi è mai entrato potrebbe immaginare: nel rumore l'inattività, che spesso non aiuta a riflettere, ma addormenta quello che servirebbe per cambiare". (Mario Marazziti)
EUR 13.30
La sentinella del piccolo popolo. Storia di Miroslav Krleza, l'uomo che visse sette vite
Attraverso la sua vicenda umana e la sua incredibile produzione letteraria, Krleža si presenta come figlio e sentinella di un piccolo popolo, ma al contempo intellettuale mitteleuropeo tra i più innovativi e apprezzati.\r\n\r\n«Si può leggere questo libro, tra i tanti modi possibili, come un risarcimento critico a uno scrittore e drammaturgo ingiustamente trascurato, come la storia di un intellettuale libero che viene comprensibilmente ma mai totalmente addomesticato dal potere. Io l'ho letto soprattutto come la vicenda di un uomo che aveva intuito l'approssimarsi di una catastrofe» - Roberto Borghi\r\n\r\n\r\n«Silvio Ziliotto ha costruito e scritto un ampio e ben articolato testo sulla storia e il valore del più importante (e straripante) autore della letteratura croata del XX secolo: Krleža il ribelle, il rivoluzionario, l'escluso, il salvato, l'intellettuale ufficiale, il sopravvissuto (a se stesso), il decano di Zagabria» - Silvio Ferrari\r\n\r\n\r\n«Noi scriviamo libri in un momento storico in cui sarebbe molto difficile determinare, in mezzo all'odierna sempre più turbata confusione dei programmi, delle convinzioni morali e politiche, in mezzo alla sempre più evidente vittoria delle macchine sull'uomo, cosa ne sarà delle competenze artistiche e poetiche, così care a noi esteti, che non potremmo immaginare\r\nneanche per un momento il mondo senza l'arte. Cosa ne sarà della poesia in mezzo a questo frastuono, in questo mondo odierno in cui, oltre al fanatismo politico e al rumore delle armi, prevalgono le cieche quantità? Cosa ne sarà del sentimento umano, vero, profondo e represso, che oggi, oppresso da molti pericoli, si perde sempre più nell'oblio della sua vera e genuina immediatezza?»\r\nMiroslav Krleža (1893-1981) è stato il più grande letterato del Novecento croato. Saggista, critico, drammaturgo, poeta, scrittore, anticipatore di correnti e pensiero, è stato spesso censurato per il suo anti-militarismo e le sue critiche graffianti sia sotto l'Impero austro-ungarico...
Tre serbi, due musulmani, un lupo
A Prijedor, in Bosnia Erzegovina, in quella che oggi si chiama Repubblica serba di Bosnia (Rs), nella primavera-estate del 1992 succedono cose spaventose. Sembra d'essere tornati ai tempi del nazismo. Gli ultranazionalisti serbo-bosniaci vogliono sradicare i "non serbi" attraverso due strumenti: deportazione e omicidio. Vengono creati per quest'ultimo scopo tre campi di concentramento. Che ben presto diventano luoghi di uccisione di massa. Nomi tremendi: Omarska. Keraterm. Trnopolje. In quest'ultimo luogo - composto da una scuola, una casa del popolo e un prato - vengono recluse tra le quattromila e le settemila persone. È a Trnopolje, nel maggio del 1992, che è ambientata la storia raccontata da questo libro. Una storia di fantasia, ma poggiata su solide basi storiche e di testimonianza. Un libro che non è solo un romanzo ma anche un reportage di quanto accaduto troppi pochi anni fa e troppo vicino a noi, per non sapere. Prefazione di Riccardo Noury.
EUR 14.25
Jugo-bike. In bicicletta in Bosnia, Croazia e Serbia
Un viaggio lento, polako polako, a scartamento ridotto. Una bicicletta e una sacca, la cui pesantezza non è un fardello ma l'occasione di essere agganciati alla terra attraversata per viverla, scoprirla. Da Zagabria a Sarajevo, a Belgrado, dalla Mitteleuropa verso Oriente tra vallate, cascate, pianure sconfinate, campi di grano, locande antiche, case rurali, ponti in pietra, vecchie in nero, chioschi di fragole e angurie, birra fresca, moschee, chiese, cimiteri turchi, campanili di ogni foggia. Le ruote della bicicletta scorrono lente sulla strada e tracciano una riga immaginaria e clandestina sull'asfalto, un tratto di penna fatto per unire, non per dividere. Popoli, religioni, lingue, alfabeti. Questo viaggio permette di conoscere il volto reale di quei territori e delle persone che li popolano, ascoltare voci, suoni, confessioni e ricordi, magari davanti a una bella rakija a fine giornata. "Lorenzo Gambetta è un pronipote di Bertarelli, Toti e Guareschi, ha viaggiato in bicicletta da Zagabria a Sarajevo e da Zagabria a Belgrado, poi ha trasformato le pedivelle in tasti, le pedalate in parole, i chilometri in pagine. Jugo-bike. Grazie". (Dalla prefazione di Marco Pastonesi). "Il libro di Lorenzo ha il merito di contribuire a farci sentire i Balcani ancora un po' più vicini". (Dall'introduzione di Simone Benazzo)
EUR 12.35
Sotto la cenere. Nel ventennio, quando vivere era in qualche modo resistere
Dodici vicende realmente accadute, di ordinaria quotidianità, eppure divenute oggetto di indagini, causa di processi e a volte di dure condanne durante il ventennio fascista. Storie di donne e di uomini esistiti, riproposti con libertà narrativa nel tentativo di restituire il loro universo interiore, fatto di incertezze e di speranze, di delusioni e di paure, di fronte a un mondo che, con proclami epocali e annunci roboanti, si allontanava sempre più dai loro bisogni reali, rendendo le loro difficoltà ancora più insopportabili. Storie che ricordano, come un monito, ciò che può accadere a chiunque, nella vita di tutti i giorni, quando l'esistenza del singolo viene subordinata a indefinibili mete o a fumosi interessi superiori o quando per sfuggire alla miseria morale e materiale di un periodo poco felice ci si lascia ammaliare da prospettive mirabolanti, da semplificazioni o da ideologie che individuano la soluzione di tutti i problemi nella lotta apocalittica contro il "nemico" di turno. Presentazione di Alessandro Portelli.
EUR 13.30
Amnesty International. Rapporto 2018-2019. La situazione dei diritti umani nel mondo. Il 2018 e le prospettive per il 2019
Con una panoramica sulle violazioni dei diritti umani, sulle lot- te degli attivisti e sulle sfide vecchie e nuove, questo libro attraversa regioni geografiche e temi trasversali per scattare una foto del 2018 e immaginare il futuro: i conflitti, il commercio di armi, i diritti economici e sociali, la libertà d'espressione online e offline, i diritti delle donne e dei migranti. Le donne sono state le protagoniste di un anno di lotte per i loro diritti ma anche per difendere le loro comunità e le persone più vulnerabili. Per questo sono state prese di mira, vessate, attaccate. "Hanno cercato d'intimidirci ma non ci sono riusciti", ha dichiarato Nonhle Mbuthuma, un'attivista del Sudafrica. I difensori dei diritti umani, uomini e donne, non arretreranno di un passo finché i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani, sanciti 70 anni fa, non saranno garantiti a tutti. Amnesty International è al loro fianco. "La situazione dei diritti umani nel mondo" è l'evoluzione del tradizionale Rapporto annuale di Amnesty International. Più agevole e insieme più ricco di dati e immagini, questo volume è un riferimento indispensabile per attivisti, ricercatori, avvocati, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni,, associazioni e per tutte le persone che credono che il cambiamento sia possibile. Il volume contiene un approfondimento sull'Italia dei ricercatori dell'Ufficio regionale per l'Europa di Amnesty International, Elisa De Pieri e Matteo De Bellis.
EUR 14.25
Invincibili. Il Dream Team che ha fatto la storia del fioretto azzurro
Le magnifiche vicende sportive del Dream Team di fioretto femminile italiano cominciano ufficialmente la notte del 4 agosto 1992, quando quattro schermitrici d'oro si aggirano per le ramblas di Barcellona: tuffo in piscina all'aperto, discoteca, canti e balli, un salto a Casa Italia. Diana Bianchedi, Francesca Bortolozzi, Giovanna Trillini e Margherita Zalaffi festeggiano come si deve il primo storico titolo olimpico di una squadra femminile azzurra, vinto ovviamente anche con Dorina Vaccaroni, allora simbolo del gruppo, ma genio e sregolatezza, lontana da quei momenti celebrativi. Altri tre ori a cinque cerchi seguiranno, con in mezzo numerose imprese firmate, tra le tante, da Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Margherita Granbassi, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Alice Volpi. Una storia infinita fatta di trionfi (moltissimi), cadute (poche, magari fragorose), rivalità a tratti feroce, ma anche spirito di gruppo unico per portare l'Italia in cima al mondo come nessuno è mai riuscito a fare con tale continuità. Ricordando le prime imprese compiute da Irene Camber e Antonella Ragno, decenni addietro, passando poi per le "zie" del Dream Team composto, negli anni Ottanta, anche da Cicconetti, Mochi, Sparaciari, Gandolfi e Traversa, ecco la storia senza censure delle Invincibili del fioretto. Prefazione di Valentina Vezzali. Introduzione di Giorgio Scarso. Postfazioni di Diana Bianchedi e di Andrea Cipressa.
EUR 14.25
La falsa giustizia. La genesi degli errori giudiziari e come prevenirli
I casi giudiziari, in particolare gli omicidi, hanno sempre suscitato grande interesse nell'opinione pubblica. Negli ultimi anni, tuttavia, il dibattito e il confronto tra "innocentisti" e "colpevolisti" ha registrato un notevole incremento, grazie anche ai media che hanno portato il processo nelle nostre case, denunciando indagini non sempre perfette e sentenze spesso discutibili che hanno intaccato la fiducia nella giustizia. Questo libro, anche attraverso lo studio di delitti famosi, vuole affrontare le cause spesso all'origine dell'errore giudiziario, come il ruolo e il valore della testimonianza o l'affidabilità dell'esame del Dna, e il rilevante contributo offerto dall'analisi della scena del crimine e dalla prova scientifica in generale. Il tutto, in un confronto approfondito e avvincente tra il sistema italiano e quello statunitense e con particolare attenzione a tutte le iniziative che vanno sotto il nome di "Progetto Innocenza", che sia in Italia sia oltreoceano sono dedicate a scagionare gli innocenti e a individuare i veri colpevoli. Prefazione di Manfredi Mattei Filo Della Torre, introduzione di Baldassare Lauria.
EUR 16.15
La Bosnia e il rinoceronte di pezza. Alima e altre voci
Testimonianze in presa diretta, lacrime e speranze in un libro in cui al centro non vi è la guerra, ma le donne, e in cui una di loro, Alima, si erge come protagonista grazie alla sua voglia di andare avanti per fare sì che il dialogo prevalga sulla violenza, la vita abbia la meglio sulla morte. C'è un doppio piano narrativo in questo libro, che cerca un linguaggio nuovo, in bilico tra teatro civile e racconto: la ricostruzione dei fatti che sconvolsero la Bosnia Erzegovina durante la guerra d'inizio Anni '90 è squarciata dalle pagine in cui Alima tratteggia il suo personale percorso di superamento del dolore. Alima non rappresenta solo se stessa, è il simbolo di tutte le donne bosniache che hanno vissuto sulla propria pelle l'intero campionario degli orrori di un conflitto ancora oggi quanto mai attuale. "Aleotti ricostruisce le ragioni, le motivazioni e le conseguenze di una storia collettiva, dando vita a un teatro di narrazione che è allo stesso tempo teatro civile, nel quale l'autore si fa carico di trasmettere qualcosa che oggi diventa sempre più sottile: la memoria dei fatti". (Simona Silvestri)
EUR 11.40
Venezuela, l'eden del diavolo
Un popolo senza medicine, senza cibo, vittima di un'iperinflazione incontenibile, brutalizzato da un regime repressivo e corrotto e dalla violenza di gruppi paramilitari che agiscono indisturbati. Così si vive in Venezuela.\r\n«Hanno strappato alle persone il desiderio di vivere e di emergere, quindi oggi la grande sfida che abbiamo è seminare speranza»\r\n\r\nL'angoscia di un popolo attraverso la testimonianza diretta di undici vescovi e due cardinali, che nel corso di una straordinaria visita Ad Limina Apostolorum hanno incontrato papa Francesco rendendosi portavoce delle tribolazioni dell'intero Paese. La gente del Venezuela è senza medicine, affamata, vittima di un'iperinflazione incontenibile, brutalizzata da un regime repressivo e corrotto e dalla violenza di gruppi paramilitari che agiscono indisturbati. Questo libro raccoglie le testimonianze dei prelati e la loro ricetta per portare il Venezuela fuori dall'attuale tremenda crisi economica, sociale e politica, che lo rende a tutti gli effetti l'Eden del diavolo. "In questi oramai vent'anni di potere chavista, nel Paese si è prodotta una distruzione delle istituzioni pubbliche e private, attraverso espropri e una riduzione immensa dell'apparato produttivo, con la concentrazione dell'impiego nelle mani dello Stato. Inoltre, la restrizione delle libertà di informazione e di opinione ha fatto sparire quasi completamente la presenza di mezzi di comunicazione indipendenti. La caduta drastica della popolarità del governo lo ha condotto a disconoscere la Costituzione e a non permettere elezioni di nessun tipo, perché sa che le perderebbe in maniera eclatante". (Card. Baltazar Enrique Porras Cardozo) Prefazione di Alessandro Monteduro. Introduzione di Asdrúbal Aguiar.
EUR 13.30
Serse Coppi, l'angelo gregario. Fratello di sangue e di vento
Eu un silenzioso, intimo, speciale rapporto di mutuo soccorso quello che legò Fausto e Serse Coppi anche nel corso della loro storia sportiva. Una naturale e speciale relazione che non si esauriva una volta scesi dai pedali. Serse era per Fausto non solo il fratello minore da istruire ma forse per davvero l'unica persona sulla quale poter fare affidamento anche nel privato. E Fausto per Serse era non solo il fratello campione, ma era sangue del suo sangue, a cui sentiva di dover coprire le spalle per affettuosa devozione e un infinito rispetto fraterno mai sfociato in rivalità o gelosie. Serse voleva molto bene a Fausto e ne desiderava ogni felicità. Serse era il quinto dei fratelli Coppi, il più piccolo. Sembrava la copia esatta di Fausto, tanto si somigliavano. E del Campionissimo era assieme l'angelo e il gregario, soprattutto nelle leggendarie sfide contro un altro indimenticabile fuoriclasse, Gino Bartali. Serse morì per le conseguenze di una brutta caduta, avvenuta infilando una ruota in un binario del tram durante un Giro del Piemonte. Aveva appena ventotto anni. Quel triste giorno di giugno del 1951, mentre Serse spirava, Fausto si aggirava per i corridoi della clinica Sanatrix di Torino come un leone in gabbia. L'Airone aveva gli occhi al cielo trasfigurati dal pianto. Non faceva che ripetersi disperato e a denti stretti: "Aveva ragione mamma... non avremmo mai dovuto correre...". Prefazione di Felice Gimondi, introduzione di Riccardo Magrini e postfazione di Marco Carrea.
EUR 7.00
L' Africa non uccide più. Il percorso di un intero continente per l'abolizione della pena di morte
L'Africa non è solo sinonimo di miseria e arretratezza. Oggi il continente è cambiato, è diventato la terra delle mille opportunità, e sta dando un contributo notevole al percorso abolizionista della pena di morte, configurandosi come il secondo continente, dopo l'Europa, sulla strada dell'eliminazione della pena capitale. È convinzione comune che l'Africa sarà decisiva in questa battaglia di civiltà e di umanità, per i contenuti dell'umanesimo africano espressi lungo tutta la sua storia. In Africa l'abolizione della pena capitale è associata alla ricerca di una vera giustizia, non vendicativa ma riabilitativa. La maggior parte degli Stati ritiene la pena di morte una violazione irrimediabile della sacralità della vita e della dignità umana, che impoverisce e non difende le società che la applicano. Le recenti positive evoluzioni in questa battaglia, mostrano qual è l'apporto che l'Africa può dare in termini di civiltà al nostro tempo. Presentazione di Mario Giro. Introduzione di Luciano Eusebi
EUR 12.35
Jugo-Rock. La vita e l'amore al tempo della guerra
Estate del 1990.\r\n«"Jugo-rock" è sì un romanzo, ma è fatto di avvenimenti tali che lo spavento e la miseria umana della guerra jugoslava scaraventano il lettore nell'abisso dell'odio fratricida» - Pierpaolo Capovilla\r\n«La mia città è famosa per la birra. Quando dico che sono di Karlovac, tutti sorridono e mi fanno il segno della bottiglia, con mignolo e pollice alzati, esclamando “Karlovacko pivo!”.\r\nLa nostra birra si beve in tutto il Paese. Ce ne sono anche altre, ma la nostra è la migliore. E costa anche meno. Forse per quello la bevono tutti. Per me è sia la meno cara che la migliore. E di berne un'altra non mi passa neanche per la testa. A parte quando qualcuno porta qualche birra straniera, allora l'assaggio volentieri. Ma non capita spesso.\r\nIo e i miei amici ne beviamo molte, più che possiamo. Ci troviamo tutti i giorni al parco, nella parte più interna, vicino al lato posteriore del grande hotel. Lì non ci passa mai nessuno, solo qualche ospite ogni tanto si affaccia da una delle mille finestre del grande palazzo alto sei piani. Noi ci divertiamo a mandarli affanculo, tanto non ci sentono.»\r\nUn diciottenne di Karlovac, Croazia, ha appena terminato la scuola superiore. Passa il tempo tra musica punk e scazzottate. I genitori, preoccupati per il suo comportamento turbolento, decidono di mandarlo a lavorare in Germania. Un'esperienza intensa e formativa, interrotta però bruscamente dalla chiamata per il servizio militare. Un anno di fatiche, umiliazioni e violenza in una Jugoslavia che a dieci anni dalla morte di Tito non è più né unita né socialista. Durante il periodo di ferma la situazione precipita e scoppia il conflitto. Il ragazzo diserta per tornare nella sua città e arruolarsi a combattere nella polizia croata. Appena gli è possibile, torna in...
La nota imperfetta
La somma di tante imperfezioni crea la perfezione, nonostante le imperfezioni ci spaventino.\r\n«Questo deve fare la poesia autentica, mai confermare sentimenti o pensieri (più spesso capita di veder confermati pensierini) ma rompere la crosta, aprire varchi, superare siepi, legare infinito e finito in nuovi nodi, nuove sorprese, nuovi incanti. Questo con la sua arte mai altezzosa compie Annalisa Frontalini» - Davide Rondoni\r\n«Le poesie di Annalisa sono gesti composti, sono la preghiera di un corpo fragile. Non gridano, sussurrano. Parlano piano, a chi vuole ascoltare. Non fingono mai, non cercano metafore folli, impensabili, buone per stupire» - Giovanni Bogani\r\n«Il tempo di un fiammifero acceso\r\ne di noi solo un'idea.\r\nE allora, perché?\r\nVale piu un bacio di mille ragioni.»\r\nAl centro di quest'opera coraggiosa e intimista vi è l'idea dell'imperfezione, sottesa a tutte le liriche: la perfezione della vita costituita dall'insieme di tante imperfezioni; l'imperfezione causa di paura e che pretende coraggio; la presa di coscienza della bellezza dell'imperfezione propria e dell'altro che favorisce la libertà di espressione di sé e l'accoglienza dell'altro nel modo più puro; l'imperfezione come essenza dell'essere umano che, proprio attraverso di essa, acquista il suo valore e la sua unicità; la ricerca della perfezione attraverso continue esperienze imperfette, quindi l'imperfezione come stimolo alla crescita e al miglioramento di sé.
EUR 11.40
Come vivere felici senza mal di schiena. Affrontandolo e sconfiggendolo grazie ad alcuni utili consigli
Beghin ripercorre attingendo, non solo dalle sue esperienze personali ma anche da quelle professionali come fisioterapista, i comportamenti che ci possono aiutare a stare meglio e quelli invece da evitare.\r\n"Fin da giovane ho sofferto di un gran mal di schiena. Ho scelto per questo di fare degli studi che mi consentissero di capire che cosa stesse accadendo al mio corpo e che mi permettessero di prendermi cura di me stesso. Non ho smesso per un solo istante di lavorare su di me, per cercare di eliminare la sofferenza e allo stesso tempo di migliorare la mia condizione fisica. Un giorno ho deciso di mettere la mia esperienza e la mia positività al servizio degli altri. Da qui comincia il mio viaggio nelle parti del corpo più sollecitate dai dolori, in particolar modo la schiena e la cervicale. In questo libro cerco di mettere a disposizione di chiunque ne abbia bisogno dei consigli per vincere il mal di schiena, per tornare in forma o per mantenere il proprio corpo al meglio. La vita è una sola: cerchiamo di viverla come si deve e d'essere sempre positivi. E facciamo i semplici esercizi che consiglio in un capitolo ad hoc. Male non potrà di certo fare ma è probabile che ci faccia del bene".
EUR 11.40