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Madame Sitrì. Una maitresse con le mutande
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Pereq Shirà. Il capitolo del canto
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Ventiquattro giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi
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Iudicia privata. Storia e forme
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Sostenibile leggerezza dell'anima. Viaggio verso una guarigione
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Delle navi e degli uomini. I portoghesi di Livorno: da Toledo a Livorno a Tunisi
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Una guida alla saggezza nascosta della Kabbalah
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Antonio Gramsci. Questione sociale e questione sociologica
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Villa Giulia e i suoi figli. Storia di una famiglia ebraica livornese attraverso le leggi razziali e la guerra
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Gli ebrei in Cina e il caso di Tien Tsin. Convivenze nella Cina moderna
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Ma'agal tov. Il buon viaggio
Rav Chayim Yossef David Azulay (Gerusalemme 1724 - Livorno 1806) è stato uno dei più grandi rabbini sefaraditi di tutti i tempi. Inviato due volte dalle Accademie talmudiche della Terra d'Israele a reperire fondi presso le comunità ebraiche del Nord Africa e d'Europa, finì per stabilirsi a Livorno, allora fiorente centro di studi ebraici. Qui si dedicò alla redazione e pubblicazione dei suoi numerosi scritti sotto l'egida di alcuni influenti maggiorenti della comunità. Questo volume contiene i suoi diari di viaggio, tradotti per la prima volta integralmente in italiano. In essi ci lascia un quadro vivido della società non solo ebraica del suo tempo. Ne emerge una personalità dai molteplici interessi, la cui testimonianza costituisce un contributo fondamentale e originale ad un tempo per una più completa comprensione del "secolo dei lumi". Dotata di un non comune sense of humour, la sua pagina si presta ad una lettura estremamente scorrevole e piacevole, a fronte dei passaggi, spesso segnati da imprevisti, da un luogo all'altro e da una situazione all'altra.
EUR 28.50
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La vita gratis. Il resto a pagamento
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Harrington
Quando si parla di rapporti difficili tra ebrei e cristiani, raramente si pensa all'Inghilterra e all'Irlanda; invece la presenza degli ebrei vi è testimoniata già dal 1070, quando Guglielmo I li chiamò dalla Francia come esattori delle tasse. L'Inghilterra è il primo paese a imporre agli ebrei un contrassegno sull'abito nel 1218; con lo statuto De Judaismo, si proibisce loro l'esercizio dell'usura, fino a disporre la loro espulsione e confisca dei beni nel 1290. Da allora l'antisemitismo in Inghilterra è stato una costruzione culturale in absentia, ampiamente riflessa nella produzione letteraria; da Chaucer a Marlowe, fino a Shakespeare, che con il personaggio di Shylock diede all'antisemitismo, diffuso nella società e nella cultura popolare inglese, dignità d'arte. L'ebreo, stigmatizzato nella sua alterità etnica e culturale, diventa l'icona speculare della virtus inglese. Tra '600 e '700, avvenimenti storici e mutamenti religiosi e socio-economici generano un atteggiamento più aperto verso quegli ebrei che da stranieri avevano scelto, nonostante tutto, di stabilirsi sull'isola. Nel 1817 Maria Edgeworth dà alle stampe "Harrington", ispirato al principio illuminista di tolleranza religiosa. In questo bildung-roman in prima persona, il protagonista racconta la propria conversione: dalla paura e dall'odio dell'infanzia, generati da una mala educación antisemita, all'attrazione e perfino alla condivisione dei valori morali dell'ebraismo nella maturità.
EUR 15.20
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Le comunità ebraiche di Siena e Pitigliano nel censimento del 1841 ed il loro rapporto con quella fiorentina
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Giovanni Guarducci, il bagitto e il Risorgimento
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Al tramonto di una civiltà. Un ebreo sefardita tra oriente e occidente
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Il tempo che verrà. Ebrei tra Galut e Palestina
La famosa teoria della "piramide rovesciata", enunciata da Borochov, sembra raffigurare il problema dell'ebraismo diasporico novecentesco: quello di essere troppo "aleatorio" e poco "radicato" a terra, di essere, in altre parole, "irredento". Il problema del radicamento, e quindi della "redenzione" ebraica, può essere risolto, secondo l'autore, unicamente creando uno stato ebraico in Palestina, dove capovolgere la piramide e normalizzare la vita del popolo ebraico, cioè ampliando lo spettro sociale attraverso una classe di contadini e operai. La teoria della questione nazionale, basata sul correttivo delle "condizioni di produzione", enuncia un importante distinguo tra appartenenza di classe (orizzontale) e concezione della nazione (verticale), ancora oggi adeguata a capire le differenti problematiche della globalizzazione. Per la prima volta è disponibile in lingua italiana il lavoro di un grande intellettuale ebreo del secolo passato, dove il problema della lingua (fondamento di ogni movimento autonomista) viene sintetizzato al meglio con quello della cultura e della "pancia".
EUR 13.30
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Dal golem ai cyborgs. Trasmigrazioni nell'immaginario
La tecnologia ha riempito la vita in molti dei suoi aspetti significativi. Un'invasione che non è soltanto una piena di oggetti e manufatti, bensì il passaggio di visioni e rappresentazioni. Linguaggi artificiali, sistemi cibernetici, ibridazioni tra esseri umani e computer. L'approdo prossimo che si staglia all'orizzonte è quello del cyborg, un essere umano che è stato potenziato, senza alcun intervento sul suo dna con l'impianto nel suo organismo di componenti meccaniche ed elettroniche. Siamo però sicuri che il mito della scienza incarnato dal cyborg sia frutto di questo nostro tempo? È questo forse l'interrogativo al fondo del presente lavoro. È un viaggio genealogico nelle narrative collettive di culture passate, che rivela figure, come il Golem, di umani ed umanoidi, ibridi ma dalla configurazione coesa. Questo libro è appunto il resoconto di quel viaggio. Di qui il titolo: trasmigrazioni nell'immaginario. Si è iniziato con alcune testimonianze antiche e pre-moderne sia bibliche, sia talmudiche, sia kabbalistiche dell'antropoide artificiale. Di queste figure si è poi estrapolato il mitologema che ne è alla base, il quale è servito come criterio etico-politico di comparazione con le creature artificiali ed ibride del nostro presente e del futuro prossimo.
EUR 19.00
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Nostalgia di un livornese di Tunisi. Vivere e parlare bagito nella comunità portoghese di Tunisi
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Testastorta